In croato il suo nome è Novigrad ma per la comunità italiana, molto presente e attiva nella zona istriana, rimane Cittanova. A sottolinearlo è la presidente Cristina Fattori, da due anni in carica al vertice societario, che ricorda anche un anniversario molto significativo: “E’ questo il settantacinquesimo anno di fondazione della nostra Comunità, una delle cinquantuno del territorio dell’ex Jugoslavia. Contiamo ben novecento soci, oltre a quelli sostenitori onorari disseminati anche in altre zone d’Italia, che vengono qui da turisti, si affezionano e in qualche modo vogliono rimanere fra noi. Subito dopo la seconda guerra mondiale abbiamo ottenuto il diritto di diffondere e sostenere la cultura italiana e continuiamo ancor oggi a svolgere il nostro compito con varie iniziative, dall’attività fotografica a quella filodrammatica, all’insegna di un assoluto volontariato”.
In ambito sportivo uno dei portacolori della comunità è Giovanni Cernogoraz, classe 1982, campione olimpico di tiro a volo a Londra 2012 e in procinto di partecipare alla prossima Olimpiade di Parigi, dopo essersi ripreso da un invalidante infortunio al gomito (l’arma pesa circa quattro chili) rimesso in sesto anche in un centro riabilitativo di Zagabria. Allenato dal padre Walter, lui pure ex campione della specialità, è ora al primo posto nel ranking mondiale ed è stato eletto sportivo dell’anno 2023 in Croazia. Dal canto proprio, papà Cernogoraz si è cinto il capo lo scorso anno con l’alloro di miglior allenatore nazionale. “Riprendermi dall’infortunio mi è costato qualche sacrificio – testimonia Giovanni – e ad un certo punto mi sono rivolto anche a uno psicologo, ma senza ottenere risultati soddisfacenti. Ce l’ho fatta affidandomi a me stesso soprattutto per trovare la giusta concentrazione nelle fasi di tiro e in un recente test nazionale ho abbattuto 123 piattelli su 125. Mi sento perciò quasi pronto per lottare per il podio olimpico”. Plurimedagliato, capace di vincere in carriera titoli mondiali, olimpici ed europei, Cernogoraz è sostenuto economicamente da un’azienda italiana, la Beretta: “Il nostro è uno sport costoso, basti pensare che vengono utilizzate dalle trenta alle quarantamila cartucce a stagione, per un totale di circa quattordicimila euro. Il fucile costa sugli ottomila euro, ci sono poi i frequenti viaggi all’estero. Basilare perciò avere uno sponsor di sostegno”.
Ma nonostante i successi e la fama, Giovanni Cernogoraz è rimasto il ragazzo umile e disponibile delle origini e a testimoniarlo è il padre Walter, che fino a qualche anno fa ha gestito insieme alla moglie, cuoca sopraffina, un ristorante di pesce molto apprezzato a Cittanova, cittadina turistica il cui centro, con dolce porticciolo, ricorda un po’ la nostra Grado: “Finiti gli allenamenti Giovanni tornava a casa e ci aiutava al ristorante ad apparecchiare e sparecchiare i tavoli, da bravo ragazzo coinvolto nell’attività di famiglia. E lo fa ancora con i nostri ospiti a casa, per sua abitudine, senza nessun problema”. Forse anche qui sta il segreto del successo di chi lo ottiene, una buona dose di umiltà.
Edi Fabris