In 102 anni mai una gara dei giochi invernali è stata spostata dal paese organizzatore a un altro per l’impossibilità di realizzare un impianto sportivo. Il record, di cui non andare assolutamente fieri, è di Milano-Cortina 2026. Lo ha annunciato nel congresso del Cio di Mubai lo stesso presidente del Coni, Giovanni Malagò. “Il presidente ha reso noto di aver avuto in questo senso la comunicazione dal Governo che non c’era più l’intenzione di andare avanti con il progetto per la nuova pista” si legge in una nota del Coni. Bob, slittino e skeleton saranno spostate in una località estera, forse Saint Moritz in Svizzera o nell’austriaca Innsbruck. Lo spostamento non sarà a costo zero. Il comitato organizzatore dei giochi Milano-Cortina dovrà pagare le ristrutturazioni necessarie per rendere idonei gli impianti. Una pessima figura epocale, un fallimento del “Sistema Italia” che mina la credibilità del nostro sport e anche della politica. La pista “Eugenio Monti” di Cortina, costruita per i giochi olimpici del 1956 doveva essere completamente ricostruita, con un costo previsto di 120 milioni di euro. Un costo giudicato eccessivo per un impianto che non avrebbe avuto un futuro impiego, come accaduto alla pista di Cesana, costruita per i giochi di Torino 2006 e parzialmente smantellata. Oltre al costo esorbitante le aste per aggiudicare i lavori sono andate deserte, come nessuna risposta positiva è seguita all’invito diretto alle maggiori imprese di costruzione italiane. Troppe incognite e anche la mancanza delle competenze tecniche necessarie. Insomma, una debacle totale, a cui il Governo ha dato il colpo di grazia, cancellando il progetto. Lo spostamento in Svizzera o Austria delle gare non sarà indolore per le rispettive federazioni internazionali. Già nel movimento olimpico si stava discutendo se continuare a mantenere le tre discipline., visto che i praticanti sono in continuo calo e le nazioni che possono schierare gli atleti si riducono costantemente. Dall’altra parte discipline sportive in ascesa premono per entrare a far parte dei Giochi, vantando un numero maggiore e più varie di Paesi. Inoltre, i media che pagano i diritti televisivi non giudicano conveniente spendere per bob, slittino e skeleton limitati a una platea ridotta a pochi paesi alpini. Il fallimento riguarda anche Torino 2006, che sperava di poter rendere attivo l’impianto di Cesana, ristrutturandolo, ma qui forti interessi politici e territoriali sono intervenuti per bloccare il tentativo. A rendere ancora più a rischio i giochi di Milano-Cortina ci sono poi i netevoli ritardi nelle realizzazioni olimpiche, alcune delle quali, come una serie di infrastrutture, sono già state cancellate. L’Olimpiade a costo zero propalata da Malagò e il comitato organizzatore si è disvelata come l’ennesimo scandalo italiano. Dovrà intervenire, come già fatto nei mesi scorsi, il Governo con fondi pubblici (cioè dei contribuenti), e la “stella italiana” fare gli straordinari, perché i giochi possano svolgersi con sufficiente soddisfazione.
Nell’immagine Il presidente del Coni Giovanio Malagò