di Stefano Martorano
Gioca su due tavoli l’Udinese in questo finale d’agosto contraddistinto dall’avvio di campionato e dal calcio mercato, dove il profumo dei primi punti stagionali in palio si fonde quasi fino a perdersi tra le ultime contrattazioni, gli ultimi colpi attesi dai tifosi. E’ così che l’esigenza di smuovere la classifica a Salerno sembra quasi inferiore all’attesa di chi prenderà il posto del partente Beto, l’attaccante che nelle ultime due annate ha segnato complessivamente 21 gol, portando presenza fisica e solidità al reparto offensivo. Pochi giorni ancora e sapremo, ma è del tutto probabile che non sarà l’ultimo colpo, perché l’Udinese è ancora alla ricerca di due difensori, partendo dall’obiettivo di portarsi a casa un mancino che possa sostituire sul centro sinistra l’infortunato Masina, e un centrocampista di qualità che sembra garantito dal ritorno sempre più vicino del “Tucu” Pereyra. Nel bel mezzo delle trattative c’è la trasferta di lunedì a Salerno, sul campo di un’avversaria sempre più plasmata a immagine del suo tecnico Pauolo Sosa, capace quindi di cercare il risultato anche attraverso la ricerca estetica del gioco. Il 2-2 con i quali i campani sono usciti dall’Olimpico di Roma ha confermato organizzazione, qualità e spavalderia dei campani, chiamati alla ricerca della terza salvezza consecutiva in serie A. Per contro, l’Udinese uscita sconfitta dall’esordio con la Juventus è sembrata un po’ frastornata dal colpo subito, traballante sulle proprie certezze rimesse in discussione dalla qualità dei nuovi innesti e dall’imprescindibilità dei volti noti. Inutile girarci intorno; i nuovi innesti necessitano di lavoro e tempo, e contro la Juve si è avuta la conferma che l’Udinese non può fare a meno degli uomini di qualità sui quali ha fatto leva tutta la scorsa stagione. Con una forzatura, si potrebbe dire che è la “legge della natura bianconera” ciò di cui ha bisogno ora l’Udinese, consona al suo processo d’ integrazione che ogni anno, di questi tempi, necessita di tempi fisiologici più o meno lunghi per ricavare l’apporto richiesto a chi è appena arrivato in Friuli. I vari Zarraga, Kamara, Zemura e Kabasele sono stati tutti rimandati alla prima uscita ed è stata proprio la netta sconfitta con la Juve a rimettere in discussione certezze acquisite, senza dimenticare il deficit di personalità e qualità venuto meno dalle partenze di Becao, Pereyra e Udogie. Senza Samardzic, ad esempio, l’Udinese del primo tempo con la Juve è sembrata priva di personalità, intraprendenza e imprevedibilità. Ora toccherà verificare lo spessore dell’attacco senza Beto, nell’attesa di un bomber che lo rimpiazzi, nel ritorno di Deulofeu, del miglior Success e di scoprire se Brenner è l’attaccante in grado di garantire i gol. Nel frattempo, altri nuovi avranno l’occasione per dimostrare di valere fiducia e prospettive, a partire da Lucca, che ha già fatto intuire ottime potenzialità in serie B due anni fa. A Salerno arriveranno dunque altre risposte, ma ad arrivare dovranno essere soprattutto i primi punti, perché alla fine la classifica è l’unica cosa che conta, da queste parti, e vedere ancora l’Udinese dietro a tutte, mentre Verona, Lecce e Frosinone hanno già riempito il granaio, potrebbe portare a uno stato ansiogeno pericoloso, togliendo ulteriori certezze.