di Umberto Sarcinelli – Succede tutto al 27′ del primo tempo. Gaby Jean allarga il braccio per impedire a Lovric di colpire a rete, nei pressi dell’area piccola leccese; lo sloveno viene colpito duro al volto e cade. L’arbitro non fischia immediatamente e il Tar lo richiama al monitor e dopo due minuti decreta il rigore. I giocatori bianconeri vanno verso il dischetto, tutti si aspettano che Sanchez vada a battere la massima punizione: fu appunto a Lecce che segnò il primo gol in serie A, ma Lucca si impossessa del pallone e non lo molla nonostante molti compagni cerchino di farlo desistere. Attimi di frizione fra i bianconeri, l’arbitro Bonacina addirittura ammonisce Lucca. A risolvere tutto è+ Alòexis Sanchez, che va dal capitano Thauvin e chiaramente dice di lasciar stare, che batta Lucca. E Lucca calcia trasformando il rigore in gol. La festa è solitaria, il centravanti esulta da solo, i compagni si congratulano fra loro ma non con lui. Il buon senso ritorna con Runjaic che al 36′ sostituisce Lucca con Bravo. Il giocatore sembra capire lo sgarbo che ha fatto e non contesta una chiara sostituzione punitiva. Tutto finito? La riconciliazione fra Lucca e la squadra arriverà in settimana, il direttore sportivo Inter ha Comin ciao subito, dalla panchina, a rimettere le cose a posto. Questo è l’episodio più pepato della partita che ha visto l’Udinese dominare per tutti i 97 minuti di gioco davanti ai 150 coraggiosi tifosi friulani che si sono sobbarcati 2500 chilometri di trasferta al venerdì sera. Il dominio sul campo dei bianconeri è il frutto del lavoro di Runjaic che avendo a disposizione tutta La Rosa e constatato che i giocatori sono ben allenati ha schierato una formazione tutta d’attacco con Thauvin, Sanchez, Lucca e Ekkelenkamp, chiedendo una pressione alta sugli avversari e tenendo Kristensen, quarto a destra, molto più alto dell’altro estremo Tamara. Attaccando l’Udinese schierava praticamente cinque giocatori soffocando sul nascere ogni tentativo leccese di costruire il gioco. Per i primi venti minuti la squadra di Giampaolo non è riuscita a passare la propria metà campo. Con contrazione, intensità solidità, qualità tecnica: l’Udinese ha dimostrato una indiscutibile superiorità, anche se le molte occasioni create non si sono trasformate in gol. Ancora una volta la difesa è rimasta inviolata grazie alla solidità di Bjiol e Solet e al gran lavoro a centrocampo di Lovric e Karlstrom che hanno beneficiato degli arretramenti puntuali di Ekkelencamp, Thauvin e Sanchez.
Il vantaggio, molto contestato dai leccesi, non è mai stato in discussione, Sava praticamente non ha dovuto compiere nessuna parata men che difficile; Runjaic nella ripresa ha cambiato gli interpreti del centrocampo, inserendo prima Payero al posto di Sanchez che aveva dato tutto e poi Atta e Zarraga al posto di Ekkelecamp e Lovric, mantenendo fisso Karlstron, vero perno pensante dell’Udinese.
Nel dopo partita oi commenti sono tutti sull’episodio del rigore, lasciando ingenerosamente in silenzio la grande prestazione collettiva a dell’Udinese che domenica, in casa contro il Parma non ha nessuna intenzione di fermarsi